| Crespi Bonsai Cup - Intervista al vincitore Franco Saburri |  | Un sorridente Franco Saburri ritira la Coppa Crespi Bonsai: a consegnarla, oltre a Luigi Crespi e Tatemori Gondo anche i vincitori della scorsa edizione: Bruno Cerruti, Sergio Del Mese e Walter Pall. |
| chinensis in stile netsuranari formato da nove tronchi, privo di jin e shari, che tranquillizza l'animo dell'osservatore da una natura che colonizza qualsiasi ambiente e si completa in esso nonostante l'aspetto estremo. Questo multi-tronchi è arrivato in Italia proveniente dal Giappone, era posto in vaso con l'andamento dei tronchi meno prostrato ed ho dovuto rimodellarlo anche sulle inclinazioni dei palchi che sono stati ruotati per avere nuovi indirizzi: molti sono stati eliminati per creare nuovi vuoti e per permettere allo sguardo di entrare in profondità. L'eleganza dei tronchi e la leggerezza dei palchi sono d'obbligo in un ambiente estremo. … e per quanto riguarda gli elementi che completano la composizione? L'insieme del Ginepro diventa un tutt'uno con la pietra ed abbraccia la stessa quasi cercasse protezione; volutamente non sono state utilizzate erbacee così l'attenzione non viene distolta dalla complessa semplicità della composizione. Il tavolo è stato da me disegnato e realizzato da un amico. Quindi pietra cinese, pianta giapponese, assemblaggio ed accessori italiani per sottolineare ed avvalorare il messaggio di Naka. Vuole aggiungere qualcosa? Il mio pensiero mi accompagna ad esternare un doveroso ringraziamento ai club, alle associazioni, ai gruppi di amici e singole persone che si aspettano sempre di più dall'Istruttore e stimolano ad una continua ricerca di sapere per dare, conoscere per far conoscere e donarsi energie reciproche.
| Franco Saburri, bonsaista di lunga data, è il vincitore di questa nuova edizione. Grazie al suo stupendo Juniperus chinensis su roccia è riuscito a classificarsi primo. Lo abbiamo intervistato qualche giorno dopo aver ricevuto l'ambito premio… ecco che cosa ci ha raccontato. Signor Saburri, una splendida vittoria… Non ci si stanca mai di ricevere riconoscimenti in manifestazioni importanti! È un momento di commozione e di gratificazione dopo anni di studi, sacrifici e dedizione in un percorso faticoso, ma esaltante, affrontato come scelta totale. Queste competizioni hanno lo scopo fondamentale di diffondere l'arte del bonsai, lei come le giudica? Tutto il movimento che caratterizza hobbisti, amatori e professionisti sia del bonsai che del suiseki deve molto a chi, con notevole impegno e dispendio di energie, organizza manifestazioni importanti che consentono un momento di sana competizione, di stimoli positivi a migliorarsi e a prepararsi per l'evento successivo. Manifestazioni che sono un punto di riferimento e un ritrovarsi di tanto in tanto; senza di esse sicuramente verrebbe a mancare una parte fondamentale per la crescita sia tecnica che numerica degli appassionati. Abbiamo solo un modo di dire grazie a coloro che organizzano tali eventi: partecipare sempre più numerosi per dare il nostro entusiasmo a chi organizza con entusiasmo. La pianta che ha vinto è uno Juniperus chinensis su roccia: come le è nata l'idea di questo riuscitissimo accostamento? Partendo da un pensiero importante di John Yoshio Naka che "il linguaggio del bonsai è un momento di fratellanza fra tutti i popoli", racconto un po' com'è
| maturata in me l'idea della composizione ishitsuki presentata alla Crespi Cup 2002. La pietra utilizzata è stata acquistata a Roma importata da Canton (Cina) e ha tutte le caratteristiche per essere considerata un materiale eccellente per un paesaggio su roccia. Il colore nero molto evocativo è stato evidenziato opacizzandolo con una semplice operazione: posta in un contenitore per due giorni a bagno in una soluzione di acido muriatico al 50% con acqua. Così facendo si è dissolta la patina di materiale calcareo, depositi e detriti che ne nascondevano la bellezza. Per comprenderci meglio è la stessa tipologia delle pietre che vengono poste sui bonsai commerciali o su paesaggi in vassoio di provenienza cinese, pietre cementate tra loro e di un colore nascosto; provate a trattarle in acido ed otterrete lo stesso risultato. Ma la pietra utilizzata per il mio ishitsuki è monolitica e totalmente naturale senza alcun ritocco, tra l'altro presenta molte caratteristiche intriganti nella forma, nelle parti concave, nella zona a sbalzo e nella galleria formata dalla base tanto da rendere perfettamente l'idea di un paesaggio molto aspro ed eroso dalla forza dell'acqua nel corso dei secoli. Per contrastare tali asperità ho scelto di utilizzare uno Juniperus |  L'affascinante Juniperus chinensis su roccia di Franco Saburri. |
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