| Settimanale "Panorama" n. 1327, 22 settembre 1991Bonsai dantiquariato (di Camilla Cederna) "Non ho mai avuto grande simpatia per i bonsai, abituata a vedere quelle pianticelle un po storte che ogni tanto mi regalavano e non mi sembravano vere piante, e che relego nel limbo delle piantine grasse detestate anche quelle. Ma ho cambiato idea visitando nelle pagine di Gardenia il Crespi Bonsai Museum di Parabiago (Milano, strada statale del Sempione 37, aperto al pubblico tutti i giorni dalle 9,00 alle 12,30 e dalle 14,30 alle 19; il lunedì dalle 14,30 alle 19). È il primo museo permanente di bonsai al mondo, ideato e curato da Luigi Crespi, una simpatica faccia lombarda che ci sorride in maniche di camicia davanti alle sue creature. E subito ammiriamo uno straordinario albero altissimo, un Ficus retusa di mille anni custodito da due leoni lignei scolpiti in Cina nel secolo scorso. "Mi ci sono voluti cinque anni e cinque viaggi in Cina per riuscire a portare in Italia i trentacinque quintali di questa opera darte" dice Luigi Crespi che in unaltra fotografia accarezza un altro di questi veri e propri alberi dimportazione cinese o giapponese selezionati personalmente da lui nei Paesi dorigine. Sono i bonsai da esterno, tutti firmati da prestigiosi maestri come Kato (da quattro generazioni giardiniere dellimperatore), come Kawamoto e Kawahara: una serie di Pinus pentaphylla centenari che imitano forme plasmate dal vento; ecco lAcer saighen (lacero del diavolo) le cui foglie in primavera si colorano di rosso vivo; ecco il Rhododendron lateritium splendidamente fiorito. Indimenticabili fra quelli da interno la Murraya paniculata di duecentonovantanni e una Zelkova serrata di trecentottanta. Nel museo non mancano una sala per conferenze, una ricca biblioteca, e vi si terranno seminari e presentazioni di libri per diffondere sempre di più questarte secolare che in Cina e in Giappone rischia di rimanere senza maestri. |