| Rivista "Millionaire", settembre 1998I bonsai? In Italia li abbiamo portati noi "La passione per le piante ce l'ha da sempre. Ma, prima di trasformare il suo hobby in business, ha fatto un po' di tutto: l'assicuratore e anche l'addetto alle pompe funebri. Luigi Crespi ha visto il primo bonsai in Oriente nel 1959. L'ha comprato e l'ha curato per 20 anni prima di rendersi conto che poteva specializzare la sua attività florovivaistica, che aveva deciso di avviare qualche anno prima, e orientarla verso quest'arte millenaria nata in Cina nel V secolo. "Era il 1979 - racconta il figlio Luca Crespi, amministratore delegato della Crespi Bonsai - e in Italia erano ancora pochi a conoscere il bonsai; noi eravamo gli unici a importarli dal Giappone. Il nostro obiettivo, dunque, era quello di diffondere una cultura, prima di poter vendere le nostre piante". Non a caso la società, oltre ad aprire un punto vendita specializzato a Milano, ha fondato l'Università del Bonsai per la formazione degli appassionati, ha aperto un museo, ha fondato una casa editrice che pubblica una rivista e libri specifici sull'argomento e ha creato un centro servizi per la creazione di giardini orientali. "La nostra azienda, che in dieci anni ha raggiunto un fatturato di 11 miliardi l'anno - spiega Luca - ha sempre puntato sull'alta qualità del prodotto e del servizio. Nei nostri negozi, che nel frattempo sono diventati tre, il cliente trova piante selezionate con cura, tutta una serie di prodotti aggiuntivi per la loro cura, ma soprattutto un servizio di assistenza che comprende il ricovero delle piante in crisi o nei periodi di vacanza e una consulenza personalizzata sulle modalità più appropriate di cura". |