Rassegna stampa

Rassegna stampa  Rassegna stampa di Crespi Bonsai
Rassegna stampa di Crespi Bonsai
Saranno 'laureati' in bonsai 
Quotidiano "
il Giornale", 1 aprile 1995

Rapporto Giardinaggio
Al "Crespi", vicino a Milano, dal 17 aprile al primo maggio si terrà una manifestazione internazionale

Saranno "laureati" in bonsai
Maestri giapponesi tengono corsi di livello universitario sull’albero nano
(di Gioia Locati)

"All’inizio della primavera tutte le famiglie giapponesi sistemano in un angolo della casa un bonsai fiorito, generalmente il prunus o l’albicocco perché sono i primi a mettere i boccioli. Lo tengono per qualche giorno nella nicchia adibita ai bonsai: il tokonoma presente in ogni abitazione e poi, per evitare inutili sofferenze a una pianta da esterno, la risistemano in giardino. È all’aria aperta che le microparticelle, perfette nelle loro proporzioni, vivono al meglio. E i giapponesi che hanno fatto della cultura del bonsai un’arte raffinatissima rispettano il rituale di saluto alla primavera senza venir meno ai precetti dell’educazione della pianta in vaso: un prunus, un ginepro o una quercia, anche se miniaturizzati, sono fatti per vivere all’aria aperta. La pianta mignon è in realtà un albero come tutti gli altri - può vivere anche millenni - non è frutto di manipolazioni genetiche o di interventi violenti. La si ottiene solo con precise tecniche di potatura e coltivazione e cure costanti. Il bonsai propriamente detto - che non deve superare il metro di altezza - è nato in Cina nel 300 ma pare che già gli egiziani fossero capaci di coltivare piante in vaso per la comodità di portarsele dietro nei loro spostamenti e che il faraone Ramsete III abbia piantato in piccoli contenitori alberi di ogni tipo come olivi, loti, gigli, palme da dattero e erbe.
In Giappone si dice che la pianta nana sia arrivata nel 1195 grazie ai monaci buddisti e che abbia assunto profondi significati religiosi e simbolici. L’Italia conobbe i bonsai negli anni 50 e la prima importazione massiccia la si deve nel ’59 a Luigi Crespi, a due passi da Milano, ha dato vita ad un’azienda leader nel settore che oggi vanta più di centomila piante da esterno e da interno. Nel 1991, negli spazi della sua azienda, Crespi ha fondato il primo museo permanente di bonsai a San Lorenzo di Parabiago. Unico al mondo, poiché in Giappone, Stati Uniti e altri Paesi europei esistono solo collezioni private, il Crespi Museum è aperto al pubblico tutti i giorni dell’anno.
Aceri giapponesi, intere microforeste, ginepri dal tronco bianchissimo ottenuto con sostanze sbiancanti per evocare le conifere che si protendono alla ricerca del sole o riproduzioni lillipuziane di paesaggi su roccia detti "boncheri" sono accessibili a tutti. E per chi desidera diventare "bonsaista" al Crespi Bonsai si tengono corsi di livello universitario della durata di tre anni guidati da esperti maestri giapponesi. Ma è possibile avere un piccolo saggio in diretta di come si possa educare il proprio bonsai o semplicemente curiosare vedendo gli artisti all’opera partecipando al 1° Raduno internazionale del bonsai, dal 17 aprile al 1° maggio, al Crespi Bonsai (per informazioni tel. 0331/491850/1).
La manifestazione, organizzata per esperti e profani, accoglierà e premierà i più grandi collezionisti europei e mondiali. Sono previsti, inoltre, tutti i giorni dei laboratori didattici per i meno esperti. Chi possiede un bonsai potrà sottoporlo ad un chek-up gratuito, assistere a lezioni di tecnica sui vari stili e fare domande (è necessario prenotarsi)".

Una passione in miniatura
"Il significato letterale di Bonsai è "pianta in vaso" ma perché sia effettivamente tale non deve superare il metro di altezza. La caratteristica di questi alberi in miniatura consiste nell’equilibrio delle proporzioni - identiche rispetto alla pianta grande - tra fusto, radici e parte aerea. Il loro prezzo può oscillare tra le 15.000 lire fino a raggiungere centinaia di milioni per quelli rari. Il bonsai per eccellenza, che richiede anche meno attenzioni, è rappresentato dalle essenze da esterno, pini, aceri, alberi da frutta, ginepri, querce, faggi. Ma esistono anche i bonsai da interno (la più diffusa è la serissa).
Come nasce un bonsai. Non è vero che si possa "ridurre" a bonsai una pianta che abbia raggiunto le sue dimensioni normali. Si deve partire da alcuni esemplari nani che esistono già in natura e poi procedere con la potatura di formazione che rappresenta solo il primo passo. I procedimenti e i tempi variano poi a seconda del tipo di pianta e delle diverse esigenze. Attualmente non è più possibile prelevare esemplari nani in natura e l’unico modo per avere un bonsai è acquistarlo adulto dal vivaista o piantarlo direttamente. In quest’ultimo caso dopo che si è piantato il seme, bisogna aspettare almeno cinque o sei anni (ma i tempi non sono uguali per tutti) prima di procedere con le varie tecniche.
Educazione. È il termine più indicato per le tecniche di coltivazione e cura dei bonsai. Tutte le procedure di potature rami e radici non danneggiano la pianta, che sopravvive sanissima. Gli amatori definiscono il bonsai una scultura vivente per sottolineare la necessità di assisterla continuamente. È vero che certe operazioni vanno fatte nel periodo vegetativo ed altre nel periodo di riposo, ma tutti i giorni bisogna osservare attentamente il terriccio e lo stato di salute.
Caratteristiche. Un bonsai è tanto più apprezzato quanto più riproduce le caratteristiche della pianta adulta. Deve avere un tronco massiccio, maturo. Per questo esistono particolari accorgimenti di invecchiamento che conferiscono alla pianta un’età che essa in realtà non ha. Nel bonsai conta l’apparenza. Vengono infatti considerati gli stili su roccia, tipici di quei bonsai che crescono con le radici avvolte sulle pareti rocciose, che in natura sono molto rari".

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